01 agosto 2023
La strada che da Vinovo porta agli Stati Uniti è difficile da immaginare. Probabilmente non si azzardavano nemmeno a sognarla Hans Nicolussi Caviglia e Moise Kean quando, negli spogliatoi di Vinovo, si sono incontrati per la prima volta in bianconero più di dieci anni fa. Due bambini pieni di sogni, diversi, ma uniti dalla stessa passione. Da quel momento le loro strade si sono intrecciate, riportandoli insieme, negli USA, con la maglia della Prima Squadra.
Direttamente da Orlando, ultima tappa dello Juventus Summer Tour 2023, i due viaggiano di nuovo intorno al loro legame. Due calciatori con tante esperienze alle spalle e che ora ai sogni danno il nome di obiettivi, ma che non dimenticano la strada che ha permesso a entrambi di arrivare fino a qui.
Entrambi ricordano molto bene il primo incontro. Per Moise era il giorno dell'ingresso in un mondo nuovo, Hans, invece, era già di casa in bianconero: «Ricordo benissimo la prima volta che Moise arrivò a Vinovo. Quando entrò nello spogliatoio tutti mormorarono "Questo è forte". Poi scendemmo in campo e scoprii che sì, era forte davvero!». Hans ricorda anche un altro dettaglio: «Il magazziniere gli diede delle scarpe per l'allenamento».
Tocca a Moise riprendere il filo della storia: «Sì, è vero! Io ero convinto di andare a fare le visite mediche; invece mi dovevo allenare e non avevo portato niente, quindi avevano dovuto darmi delle scarpe. Io notai Hans in campo, perché nello spogliatoio c'erano tantissimi bambini ed eravamo divisi in due gruppi. Lo vidi in campo e da lì nacque la nostra amicizia».
Il Mister in quei primi passi insieme era Corrado Grabbi (nella foto in una vecchia story di Kean), il nome che viene in mente a entrambi, in contemporanea, dovendo pensare a una figura chiave nel loro percorso. Hans non ha dubbi: «Abbiamo avuto Mister Grabbi per cinque o sei stagioni e ci ha formato sia come giocatori che come uomini». Moise aggiunge: «Io per me direi anche Gigi Milani, mi ha tirato fuori da un sacco di guai! E aggiungerei anche Mister Antonio Marchio».
Erano in tanti, quel primo giorno, ha ricordato Kean. Non certo facile arrivare fino a questo punto. Moise, però, su Hans non ha mai avuto dubbi: «Ho sempre saputo che lui sarebbe arrivato in alto, perché lui era diverso da tutti gli altri». Pensiero più che mai reciproco: «Dal primo incontro sapevo che sarebbe arrivato ad altissimi livelli - il racconto di Hans -. Aveva qualità che gli altri non avevano e poi ho potuto vedere giorno dopo giorno la sua crescita come calciatore».
Il percorso, tutt'altro che banale, era stato quindi già scorso da entrambi. Era bastato uno sguardo e, assicura Moise, uno sguardo basta ancora oggi: «Basta un'occhiata per capirci. Anche in campo, nonostante siano passati gli anni, so come reagisce a certe cose e cosa pensa in determinati momenti. È come se fosse mio fratello».
Hans non può che sorridere: «Alcune cose che gli vedo fare adesso gliele ho viste fare mille volte negli anni e quindi so bene cosa passa per la sua testa in certi momenti. So che all'apparenza possiamo apparire molto diversi, ma penso che abbiamo una base di genuinità in comune che ci ha permesso di legarci. Ci siamo sempre trovati bene insieme, il nostro rapporto è genuino e sincero».
Il destino ha poi voluto che al momento dell'esordio di Nicolussi Caviglia in Prima Squadra, ci fosse anche l'amico Moise, che aveva già preso posto nello spogliatoio dei grandi bruciando le tappe. L'8 marzo 2019, all'Allianz Stadium si gioca Juventus-Udinese. All'80' sostituzione: esce Kean, entra Nicolussi Caviglia. L'esordio in Serie A subentrando a un amico; difficile chiedere di più. «Esordire così è stato ancora più bello - ricorda Hans -. Mi sono venute in mente tutte le partite giocate insieme, tanti momenti condivisi. Ha reso ancora più speciale quel momento».
D'altronde quel legame non si era spezzato nemmeno quando le strade si erano divise. Ogni tappa è stata accompagnata da un messaggio dell'amico di mille sfide. Hans ha scritto a Moise dopo il primo gol e dopo il passaggio all'Everton, Moise ha scritto a Hans nel momento più difficile, la rottura del legamento crociato nel 2020 e poi dopo, quando altri problemi hanno ulteriormente rallentato il suo rientro in campo nel 2021. Perché il tempo può affievolire e cancellare tante cose, ma non tutte.
Nicolussi Caviglia, ora, si gode la bellezza del momento: «È un’emozione molto grande, so che possiamo fare affidamento sul senso d’appartenenza che abbiamo ed è qualcosa di speciale perché siamo insieme con questa maglia da quando abbiamo otto anni. È una cosa bellissima ».
Kean chiude così: «Sentivo che un giorno ci saremmo ritrovati qui». Avevi ragione, Moise.