01 febbraio 2014
Nasceva oggi 65 anni fa un mito bianconero: il Barone, Franco Causio, ala tornante di classe e tecnica unici.
Cresciuto nella primavera del Lecce, Franco è un fuoriclasse di fascia universale, in attacco e all’occorrenza anche in difesa.
Gli anni ’80 della Juventus sono stati segnati dal suo stile e dai suoi gol. Dopo averne segnati quattro in una partita sola contro il Forlì, si merita la chiamata in bianconero. Un sogno per uno come lui che, tifosissimo, per la Vecchia Signora aveva fatto anche il raccattapalle, a bordo campo.
Ingaggiato per la prima volta nel 1966, passa qualche anno militando per altre formazioni prima di tornare a Torino nel 1970, chiamato da Gianni Agnelli, e diventare la colonna portante della squadra per oltre un decennio. Aveva solo 21 anni, ma in quella Juve fatta di giovani arrivò già leader. Inizia mezzapunta, ma è Trapattoni a consacrarlo come ala destra, numero 7, estroso per definizione. Il suo cross per la testa di Bettega era sempre preciso e morbido, dolce e teso. Concedeva sempre una finta per i suoi tifosi, ma come un vero leader giocava sempre e solo per la squadra più che per sé stesso. Il suo palmares all’ombra della Mole vanta sei scudetti, la Coppa UEFA 1976-1977 e la Coppa Italia di due anni dopo. Con l’Italia di Bearzot è campione del mondo in Spagna nel 1982. In totale segna 72 gol in bianconero, 49 dei quali in campionato, 3 dei quali in una sola partita, il 3-0 all**’Inter** del 1971-2. Fu la sua unica tripletta in campionato, e l’ironia della sorte vuole che il suo compleanno cada proprio oggi, alla vigilia del derby D’Italia.
Auguri, Franco!