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OppositionWatch: il Genoa

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Sedicesimo in classifica con 8 punti insieme al Lecce, il Genoa domani sera affronta la Juventus all’Allianz Stadium forte della vittoria nell’ultimo turno contro il Brescia, prima partita con Thiago Motta in panchina.

il nuovo genoa di Thiago Motta

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Il nuovo allenatore rossoblù è partito molto bene alla guida dei liguri: 3-1 alla squadra di Corini. Dopo l’iniziale svantaggio firmato Tonali, il Grifone ha rimontato con le reti di Agudelo, Kouamé e Pandev, tutti giocatori subentrati a gara in corso. Thiago Motta - per la sua “prima” - ha fatto una vera e propria rivoluzione nell’undici iniziale, scegliendo dei calciatori scesi in campo con il contagocce fino a quel momento. É il caso del danese Peter Ankersen, Francesco Cassata (ex Primavera della Juventus) e il turco Sinan Gümüş, all'esordio stagionale. Anche il colombiano Kevin Agudelo, autore della rete del momentaneo 1-1, ha giocato il suo primo match ufficiale.

Davanti al portiere Ionut Radu - sempre schierato titolare - le colonne difensive sono Cristián Zapata e Cristian Romero, quest’ultimo acquistato dalla Juventus in estate e girato in prestito al Genoa. La sorpresa fino ad ora è stato l’esterno di destra Paolo Ghiglione, capace di servire 4 assist vincenti fino ad ora in Serie A, record tra i difensori europei. In mezzo al campo la stella è Lasse Schöne, fino alla passata stagione all’Ajax, mentre in attacco Andrea Pinamonti ha giocato 7 partite su 9, segnando 2 reti. Ma il miglior marcatore è l'ivoriano Kristian Kouamé, in gol 4 volte.







Thiago Motta tra rivoluzione e conservazione

Appena giunto l’annuncio dell’arrivo di Thiago Motta sulla panchina del Genoa i giornali hanno rilanciato un’intervista all’ex giocatore di Inter e PSG, in cui si parla del possibile utilizzo del 2-7-2 come suo modulo ideale.

Una provocazione? Sicuramente si, ma una provocazione che offre alcune indicazioni importanti per quella che sembra essere la filosofia di gioco del neo tecnico dei grifoni. Innanzi tutto, come ampiamente già spiegato dai media, il 2-7-2 nasce dall’idea di dividere il campo in verticale e non in orizzontale, individuando quindi nella fascia di mezzo bene 7 giocatori, compresi il portiere.

Ecco, appunto, il portiere, sembra essere un giocatore importante per Motta nella fase di costruzione del gioco. E fin qui, nulla di particolarmente innovativo: sono molte ormai le squadre che vedono nell’estremo difensore un elemento importante, se non addirittura fondamentale, per il giro palla e l’avvio dell’azione.

Quindi se non rivoluzionario Thiago Motta, per ora sembra comunque un allenatore che vuole fare del gioco e del palleggio un tratto del suo calcio. Anche in questo caso nulla di particolare, ma nel momento in cui prendi il posto di un collega esonerato, con una squadra al penultimo posto, molti forse avrebbero pensato ad un atteggiamento più pragmatico. Insomma prima viene il risultato.

Nella vittoria contro il Brescia di venerdì scorso, il nuovo Genoa ha confermato alcuni aspetti della squadra di Andreazzoli con inevitabili cambi. Se solitamente si mantengono i giocatori e il nuovo tecnico apporta sostanziali modifiche tattiche, Thiago Motta ha operato in maniera opposta: rivoluzione negli 11 giocatori scelti (più i 3, determinanti, subentrati dalla panchina) e conferma della difesa a 3 con un trequartista a supporto delle due punte.

La filosofia di gioco però ha già dato qualche importante indizio: se i rossoblu finora hanno avuto una media del possesso palla del 50%, contro i bresciani sono arrivati al 63. La media delle conclusioni in porta è rimasta sostanzialmente la stessa (migliorata solo la capacità realizzativa), ma decisamente più attenta è stata la fase difensiva con sole 4 conclusioni concesse agli avversari.

Il Genoa si conferma invece una squadra estremamente fisica, con 24 falli commessi, arrivando così ad un totale di 140 (in assoluto la squadra più fallosa per ora in serie A).

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