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OppositionWatch: La Fiorentina

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Una squadra rinnovata

Sulla panchina dei gigliati c’è Vincenzo Montella. Arrivato il 10 aprile scorso al posto di Stefano Pioli, in estate ha visto cambiare notevolmente la rosa della sua squadra, con tantissimi trasferimenti sia in entrata che in uscita. A partire dal portiere, dato che i pali non sono più difesi dal francese Lafont (passato al Nantes) bensì dal polacco Dragowski, nella scorsa stagione in prestito all’Empoli. In difesa dal Sassuolo sono arrivati Lirola (ex Primavera della Juventus), Dalbert (Inter), l’ex bianconero Caceres e Ranieri, rientrato dal prestito al Foggia. In mezzo al campo i volti nuovi sono Pulgar (Bologna), Badelj (un ritorno per lui, ex Lazio), Ghezzal (Leicester) e Castrovilli (Cremonese). Davanti l’ultimo a sbarcare in Toscana è il 22enne brasiliano Pedro, che in patria ha fatto molto bene nella Fluminense, dimostrandosi un ottimo bomber. Il reparto offensivo ha acquistato forza e tecnica con Boateng, nell’ultima annata prima al Sassuolo e poi al Barcellona, mentre dal Pescara è rientrato Sottil. Ma il grande colpo dell’estate della Fiorentina si chiama Franck Ribery. Il francese ha deciso di lasciare il Bayern Monaco dopo 12 stagioni consecutive, arricchite da 425 presenze e 124 reti, ma soprattutto da una lunghissima fila di trofei. Per lui maglia numero 7.

Per quanto riguarda le cessioni, oltre a Lafont sono andati via anche Vitor Hugo (Palmeiras), Simeone (Cagliari), Veretout (Roma), Laurini (Parma), Norgaard (Brentford), Edimilson (West Ham), Pjaca (Juventus), Mirallas (Everton), Gerson (Roma) ma soprattutto il colombiano Luis Muriel, rientrato al Siviglia e poi ceduto all’Atalanta.

Le difficoltà nelle prime due giornate

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Un cantiere ancora aperto così si può definire la Fiorentina di Vincenzo Montella in questa stagione. Nello scorso campionato, nelle ultime giornate, nonostante l’arrivo dell’ex giocatore di Sampdoria e Roma sulla panchina al posto di Pioli, la viola si è salvata con grande difficoltà proprio all’ultima giornata. La Fiorentina ha disputato la sua peggior stagione in termini di punti dal 2004/05. In questo inizio campionato, due partite e due sconfitte sembrano confermare le grandi difficoltà del 2018/19.

I tanti arrivi e le molte partenze, fanno della Viola una squadra dalle buone potenzialità ancora non espresse. Innanzitutto la fase di non possesso non riesce ad essere ancora efficace come quella di possesso. Nei primi 180 minuti di campionato la squadra di Montella, orientato a giocare con il 4 3 3 abbandonando il modulo più spesso usato in passato ossia il 4 2 3 1, ha tirato diverse volte (10 conclusioni alla prima giornata nel rocambolesco 3 a 4 con il Napoli e 16 a Marassi contro il Genoa), concedendo però tantissimo (8 tiri e 4 gol al Napoli e ben 18 conclusioni ai grifoni).

Una difesa spesso molto alta e senza l’adeguata protezione del centrocampo, lascia diversi spazi agli attaccanti avversari, mentre il pressing alto (voluto da Montella) non riesce per ora a trovare nei tre attaccanti la giusta efficacia.

La maggior intesa del reparto d’attacco formato per ora da Chiesa, Sottil e Boateng con il possibile ingresso di Ribery, potranno risolvere alcuni dei problemi di Montella, che però dovrà lavorare principalmente sulla fase difensiva per sperare di poter giocare una stagione più tranquilla di quella passata.

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