31 gennaio 2014
Potenza e rapidità. Piedi fini e colpo di testa micidiale. Tiro da fuori e visione di gioco. Pablo Daniel Osvaldo in poche parole è un attaccante completo, moderno, letale. Nato a Buenos Aires il 12 gennaio 1986, ma naturalizzato italiano, tanto da aver già vestito l'azzurro, sia della Nazionale maggiore che dell'Under 21 e dell'Olimpica, ha mosso i primi passi nel mondo del calcio in Argentina, giocando nelle giovanili del Lanus, del Banfield e dell'Huracan.
E' con quest'ultima maglia che esordisce in Prima Squadra e attira su di sé le attenzioni dell'Italia, dell'Atalanta in particolare. E' il gennaio 2006 e a vent'anni inizia una nuova avventura che lo vedrà per una stagione e mezza impegnato in serie B, prima con i bergamaschi, poi con il Lecce.
Nel 2007 arrivano la Fiorentina e la Serie A e Osvaldo inizia a mostrare le sue qualità in palcoscenici più importanti. I tre anni successivi, vissuti a Firenze e poi a Bologna, sono quelli della completa maturazione e nella stagione 2010/11, quando si trasferisce in Spagna, all'Espanol, è una macchina da gol. Ne segna 22 in 47 partite e si guadagna in ritorno in Italia, questa volta alla Roma. Qui si consacra definitivamente, con 28 reti in 57 presenze e con la chiamata nella Nazionale maggiore, dove timbra e con gol e giocate da cineteca.
Nell'estate del 2013 arriva la chiamata in Premier League, dove approda al Southampton. Con il Bel Paese è solo un arrivederci però: c'è la Juve ad attenderlo...