03 gennaio 2017
E' stato presentato oggi nella sala conferenze dello Juventus Stadium il nuovo centrocampista bianconero Tomas Rincon. «Questo è un sogno che è diventato realtà» - ha esordito il venezuelano - «Ringrazio la Juventus per la fiducia nei miei confronti. E' stato tutto molto veloce, e quando ho sentito il nome di questo club non ho avuto dubbi, perché qua si gioca per vincere e a me piace lavorare tutti i giorni per questo obiettivo. Ora sto cercando di adattarmi velocemente, perché tra pochi giorni si torna in campo. Darò sempre il massimo: per me è un onore essere qua e mi metterò a disposizione per qualunque cosa di cui la squadra abbia bisogno. Darò il mio meglio lavorando sodo e cercando di vincere sempre».
Prime sensazioni da bianconero.
«Il primo impatto è stato molto positivo, mi hanno accolto tutti bene. Questi primi giorni, coi rientri dalle vacanze, sono stati caratterizzati da test e lavori personalizzati ma ho già avuto modo di comprendere come la Juve sia una vera e propria famiglia, piena di grandi campioni, con un capitano che è il più forte portiere del mondo. Si sono messi tutti a disposizione per farmi ambientare, in più ci sono tanti sudamericani, oltre a Sturaro e Mandragora che già conoscevo in quanto miei ex compagni al Genoa, quindi non sarà difficile adattarsi».
La scelta del numero di maglia: il 28.
«Il numero otto mi è sempre piaciuto: qui ovviamente è di Marchisio, quindi ho scelto il 28, che è la mia età attuale. E' vero che tra poco compirò gli anni, ma questo è un numero che mi piace e l'ho voluto per me».
A disposizione della squadra.
«Io sono a disposizione, ovunque la squadra abbia bisogno. Non dipende da me dove giocherò, ma lavorerò tutti i giorni per stare bene, dare il massimo e dare una mano ai compagni ogni volta che scenderò in campo. Ho l'umiltà sufficiente per cercare ogni giorno di crescere e imparare. Uno non deve mai pensare di sapere tutto e di essere arrivato al massimo, si deve giocare e vivere sempre al massimo. In questa squadra tutti sono campioni e bisognerà lavorare per mettersi a disposizione della società, dello staff e dei compagni».
Amburgo, Genoa e ora Juventus.
«Ho fatto un percorso lungo, e ho sempre avuto un sogno e un obiettivo. Sono stato cinque anni in Germania crescendo molto come persona e come atleta, per un giovane che arriva direttamente dal Sudamerica è stato un cambio drastico e ho dovuto imparato tante cose. Poi sono arrivato in Italia, dove ho trovato un grande allenatore che mi ha fatto crescere molto, mister Gasperini, che ringrazierò sempre. Il Genoa è stato molto importante per, l'ambiente giusto per darmi continuità: ho lavorato tanto per arrivare fino a qui».
Un giorno importante anche per il calcio venezuelano.
«Per il mio paese il fatto che io sia arrivato alla Juventus è una cosa meravigliosa: il nostro calcio sta crescendo e il fatto che un venezuelano sia oggi in un club importante come questo potrebbe aprire tante porte ai giocatori miei connazionali. Questo è un momento importante per il Venezuela, ed io sono molto felice di portare qui la mia bandiera. Voglio dire a tutti i bambini del mio paese che niente è impossibile, che i sogni possono diventare obiettivi, e che spero che da oggi la Juventus possa avere trenta milioni di tifosi in più».
Capitano in Nazionale, animo da leader.
«Ognuno di noi ha un leader dentro di sé, bisogna solo trovarlo e tirarlo fuori. Io cerco di prepararmi sempre al meglio: i giocatori devono crescere anche come persone, questo serve sempre. Sono il capitano della mia Nazionale e devo stare sempre attento a dare una mano ai giovani, essere sempre preparato».
L'origine del soprannome: “El General”
«Hanno iniziato a soprannominarmi così giornalisti e compagni quando giocavo in Germania: è un nome che mi porto dietro da allora, mi piace e l'ho voluto mantenere».
La Juve affrontata da avversario, con una vittoria con la maglia del Genoa.
«A Marassi abbiamo trovato la Juve reduce da una grande partita, molto dispendiosa, in Champions a Siviglia. Quando giochi contro i bianconeri, la squadra più forte d'Italia, sei sempre molto motivato e affamato, e la partita si è subito messa bene, segnando due gol nei primi minuti».