15 gennaio 2014
Primi, con numeri impressionanti.. ed un Principino in forma regale.
Anche dopo il gol che ha svoltato la partita al Sant'Elia, Marchisio rimane con i piedi per terra. E, presentandosi ai microfoni di Sky Sport ad ora di pranzo lancia la sfida per il girone di ritorno.
«L'obiettivo non sono solo i 100 punti, ma lo scudetto, al di là dei punti». Il paragone con la squadra di Capello - con cui Claudio si allenava talvolta ai tempi delle giovanili - non regge. «Sono squadre completamente diverse, ma se arriviamo al terzo scudetto di fila possiamo parlare della miglior Juve di sempre».
Una cosa è certa. Se questa Juve dei record continua a mantenere un ruolino di marcia da far spavento alle rivali è merito di tutti, di chi segna alla domenica ma anche di chi sta dietro, propulsore invisibile del motore bianconero.
«Dopo due anni che vinci lo Scudetto, la Supercoppa, non è mai facile. Invece questo gruppo ha sempre messo il massimo impegno, mettendosi a disposizione dell'allenatore. E i risultati si vedono. I numeri sono sicuramente importanti. Ma anche chi è dietro sta facendo un gran campionato, quindi risalta ancora di più il lavoro fatto quest'anno».
Ecco che il gol di domenica non assume più un valore salvifico personale, ma diventa il simbolo di una Juve operaia, umile, che lavora sempre, anche lontano dai riflettori.
«Il mio gol è importante non perchè c'è chi dice che Marchisio è scontento della panchina o altro, ma perché eravamo in difficoltà soprattutto primo tempo. Come ho sempre detto al di là della panchina o di giocare titolare, la mia voglia di essere disponibile, non soltanto nelle partite, ma anche negli allenamenti, con l'allenatore, con i compagni, ci sarà sempre, quindi su questo sono tranquillo».
E il campionato, le cui sorti sono ormai nelle mani dei ragazzi di Conte, diventa ovviamente una grande sfida a sè stessi.
«Dobbiamo pensare solo a noi stessi, al nostro cammino, alle partite che abbiamo davanti, a differenza del primo anno, quando abbiamo dovuto inseguire il Milan per quasi tutto il girone di ritorno», ha dichiarato Marchisio. «Continuando su questa strada, con questo impegno, con questa voglia di vincere, lo Scudetto sicuramente si può raggiungere». Partire dalla panchina - sempre difficile per un calciatore con il fuoco dentro - non è importante, soprattutto quando in testa si hanno obiettivi corali, che vanno oltre i 90 minuti dell'imminente incontro.
«In questi due anni e mezzo con mister Conte, la vera differenza l'ha fatta chi ha giocato di meno: lo si è visto il primo anno, dove anche chi ha giocato o è entrato poco, ha sempre dato il suo contributo, segnando, portando punti importanti», ha detto un Claudio mai così sereno. «I miglioramenti degli undici che giocano di più sono merito anche di chi gioca di meno, che ha sempre voglia di allenarsi sempre al 100% e di mettere in difficoltà non solo l'allenatore ma anche i propri compagni». Il Mondiale? Un pensiero ancora troppo lontano, nonostante Del Piero abbia pronosticato grandi cose per il Principino in questo 2014. «Prima c’è da vincere i 2-3 trofei con la Juventus». E magari, un giorno non lontano, varcare la soglia del J-Museum juventino per consegnare alla storia la sua maglia numero 300. Proprio come ha fatto ieri l'amico e campione di mille battaglie, Chiellini.
«Sarebbe sicuramente bellissimo. Giorgio che conosco ora da anni lo merita. Non ha mai mollato un secondo, lo si vede, ha un temperamento davvero grande.»