02 marzo 2017
È il 2 marzo 1947, una domenica di settant’anni fa. Allo stadio Comunale di Torino si gioca Juventus-Milan, una partita valida per la terza giornata di ritorno del campionato di Serie A. Al di là del risultato (che sorride ai rossoneri), quella sfida verrà ricordata per una particolarità, col senno di poi fondamentale per la storia bianconera: nell’undici titolare della Juventus figura il nome di un diciannovenne di sicuro avvenire, come dicono in tanti che lo hanno visto giocare fin dai primi calci nella natia Barengo (in provincia di Novara).
Quel diciannovenne (anno di nascita: 1928) si chiama Giampiero Boniperti e in quel campionato 1946/47, che la Juventus concluderà seconda dietro al Torino, comincia ad abbinare il suo nome alla maglia bianconera, dando il via a quello che sarà un matrimonio lunghissimo, anche una volta appesi i fatidici scarpini al chiodo.
La stagione successiva, Boniperti fa esplodere letteralmente il suo talento, si laurea capocannoniere della Serie A con 27 reti, e nel 1950 arriva il primo dei cinque Scudetti che vince in maglia bianconera (insieme a due Coppe Italia). Gli anni ’50 sono quelli della consacrazione: inizialmente ala destra (agli esordi, anche in Nazionale con Vittorio Pozzo), poi attaccante di razza dal tiro potente e dallo scatto bruciante, Boniperti mette la sua firma in una Juve nella quale i fuoriclasse non mancano (Charles e Sivori, tanto per dirne due). La sua epopea calcistica finisce nel 1961, quando Boniperti saluta il calcio a 33 anni, forte di ben 179 reti in maglia Juventina, record battuto soltanto decenni dopo da Alessandro Del Piero.
È finita qui? Niente affatto, perchè esattamente 10 anni dopo Boniperti diventa Presidente della Juventus, e sotto la sua guida, in quasi un ventennio (fino al 1990) la Signora conosce uno splendore internazionale mai visto prima: oltre agli Scudetti e agli allori nazionali, arrivano le Coppe Europee ed intercontinentali.
In una parola, tutte.
Guida, ispirazione, modello: Boniperti ha sempre racchiuso in sé tutte le caratteristiche del DNA Juve, e lo ha confermato anche in tempi più recenti, come quella sera dell’8 settembre 2011, quando durante la cerimonia che inaugurava ufficialmente lo Juventus Stadium, a gran voce, accanto a Del Piero a centrocampo, ricordava a tutti, quasi a profetizzare il quinquennio di trionfi alle porte, che «Vincere non è importante, ma è l’unica cosa che conta».
Con questa frase e con questo pensiero gli rivolgiamo in grande abbraccio, proprio oggi che si celebra il suo primo settantennio in bianconero.