23 giugno 2015
La storia di Mario Mandzukic, settimo croato a vestire la maglia della Signora, sembra quella di un predestinato. Presentatosi già in aeroporto con un braccialetto bianconero al polso, il nuovo bomber della Juve ha ricordato ieri nella intervista esclusiva a Juventus.com come “fin da piccolo simpatizzavo per la Juventus proprio perché giocavo in un club, il Marsonia, che aveva gli stessi colori di maglia”.
Il bianconero ha segnato anche il destino del più rappresentativo dei sei giocatori croati apparsi nelle puntate precedenti sotto la Mole, sponda Juve: Igor Tudor, attuale allenatore del PAOK Salonicco (dalla casacca, naturalmente, bianco e nera) ed ex giocatore di Siena e Juventus.
A Torino ha onorato questi colori per sette stagioni, costellate di 21 reti quando, spesso e volentieri, portava la sua imponente stazza fisica nell’area di rigore avversaria.
All’esordio in campionato Igor segna, naturalmente. Come fanno tutti i predestinati. E’ la sua terza apparizione con il nuovo club, infatti, quando infila alle spalle di Pagotto la rete del momentaneo 0-2. E’ un Perugia-Juve per soli cuori forti (3-4 il risultato finale), e Tudor si impone di testa su calcio d’angolo, naturalmente.
Arriveranno altri gol, come quello indimenticabile al Deportivo La Coruna nel 2003, in Champions League, e l’ultimo proprio alla squadra in cui aveva militato in prestito per un anno, il Siena.
Con Lippi gioca dovunque: al centro della difesa, a destra, addirittura come vertice basso di centrocampo, conquistandosi una reputazione di jolly insostituibile ed affidabile. Lascerà la sua Signora dopo 173 presenze, tre Scudetti, un Intertoto e due Supercoppe Italiane.
La grande punta croata ad aver vestito la casacca bianconera è naturalmente Alen Boksic, che in una sola stagione incastonata nel corso della sua carriera biancoceleste è stato in grado di sollevare una Supercoppa Europea, una Coppa Intercontinentale a Tokyo ed uno Scudetto, contribuendo ai successi di squadra con sette gol (il primo dei quali in Champions League, contro il Manchester United).
Classe ’70 di Makarska, città costiera a poco più di 300km dalla Slavonski Brod di Mandzukic, anche lui arriva sotto la Mole da Campione d’Europa: conquista infatti la Champions League qualche anno prima con l’Olimpique Marsiglia, in finale sul Milan di Capello.
Attaccante centrale dalla forza fisica dirompente e gran progressione sul lungo, Boksic è stato un centravanti moderno e completo, dotato di un’ottima tecnica. Ha impreziosito per un anno una prima linea bianconera stellare, composta da Amoruso, Padovano, Del Piero e Vieri. Il suo ultimo gol in un Bologna-Juve decisivo per lo Scudetto, nell’aprile 2007.
L’altro attaccante croato della Juve, meteora bianconera, è Zoran Ban. Da noi nella stagione 1993-1994 nonostante l’interesse dell’Atletico Madrid (la squadra da cui proviene Mandzukic), riesce a mettere a verbale solamente sei presenze nella squadra del Trap. Proveniente calcisticamente dal Rijeka, fu ceduto la stagione successiva in Portogallo, salvo far ritorno in Italia qualche anno più tardi per militare nel Pescara, in B, e nel Foggia, in Serie C1.
Un altro grande croato ad essere passato da queste parti è Robert Kovac, fratello di Niko, l’attuale selezionatore della nazionale croata in cui milita Mandzukic. Nato a Berlino da genitori croati emigrati in Germania, proprio come Mario si fa conoscere al calcio internazionale in Bundesliga, giocando prima nel Nuremberg quindi nel Bayer Leverkusen di Ballack, Zè Roberto, Emerson e Kirsten. Il passaggio ai rivali del Bayern Munich, nell’estate del 2001, è l’ultimo prima di quello alla Juventus. In Baviera fa in tempo a vincere due campionati tedeschi ed una Coppa Intercontinentale.
Per la Signora si fa notare inizialmente in difesa accanto a gente come Thuram e Cannavaro. Gioca alla Juve per due stagioni, nel 2005/06 e nel 2006/07, conquistandosi notevoli spazi in retroguardia che gli valgono 43 presenze ed una rete, contro il Lecce. Prima di chiudere la sua carriera in Croazia, passa al Borussia Dortmund: uno dei tanti transfer bianconeri verso il club recentemente affrontato in Champions e che ritroveremo quest’estate in amichevole.
Chiudono l’elenco di croati alla Juve Robert Jarni e Dario Knezevic, 34 presenze in due ma in decadi diverse.
Decisamente più sostanzioso il contributo del primo, che con la Signora fa in tempo a vincere in una sola stagione (1994/95) uno Scudetto ed una Coppa Italia collezionando 30 apparizioni ed una rete.
Fluidificante di sinistra giunto dal Toro, si mette in luce nel Bari con il connazionale Boban. Veloce, tecnico, dotato di un tiro potente, si fa notare più spesso in fase offensiva e si alterna sulla corsia mancina con Orlando, prima di essere ceduto a fine stagione al Betis Siviglia (che lo girerà al Real Madrid). Sarà protagonista ai mondiali di Francia ’98, quando la Croazia sua e di Tudor conquista uno splendido terzo posto.
Di provenienza Rijeka come Zoran Ban è Dario Knezevic, croato giunto in Italia al Livorno dopo aver impressionato il presidente della società amaranto in amichevole contro l’Italia Campione del Mondo, proprio in Toscana. In Serie A, tuttavia, gli infortuni ne minano la regolarità di rendimento. La Juve lo acquista nell’estate del 2008 e in bianconero fa il suo esordio in Champions League. La sua è però un’esperienza sfortunata: contro il Bologna, nell’ottobre 2008, si fa male al ginocchio. Sarà la sua ultima apparizione con questa maglia.