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UNDER 20, IL PUNTO DI MAGNANELLI

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UNDER 20, IL PUNTO DI MAGNANELLI

Dopo la sosta riprende a giocare anche la nostra Under 20: arriva un periodo intenso, che si apre con il Derby, sabato 19 ottobre, e continua a stretto giro di posta con la Youth League, il 22.

Mister Magnanelli ha fatto con noi il punto: di questo specifico momento e, in generale, dell’inizio della stagione.

«Questo è un periodo positivo, siamo ancora all’inizio, anche se ormai sono passati tre mesi, è la prima fase di un percorso di crescita, di una consolidamento della squadra. I ragazzi sono in una fase in cui apprendono tantissimo, ma allo stesso tempo sono in un momento di costruzione, e intendo proprio singolarmente, come individui.

Tutti i giorni ci sono cose nuove da imparare, e questo riguarda sia me che i ragazzi: più che una linea di crescita costante viviamo dei momenti di “up and down”, come è normale che sia. Credo però che loro stiano capendo molto bene l’idea che abbiamo, a livello di calcio e di mentalità, che è una cosa per noi fondamentale»

L’ATTITUDINE DEL GRUPPO

«Determinati atteggiamenti e determinati valori, secondo me, sono quelli che cementano il gruppo e permettono di raggiungere risultati: per questo posso dire che questo è sicuramente un bel periodo. Ho la fortuna di avere a disposizione una squadra di ragazzi di alto livello, inoltre sono in tanti, e quindi c’è la possibilità di sperimentare, provare, anche sbagliare insieme. Il gruppo ci segue in tantissime cose che chiediamo, ed è bello confrontarsi, ci si affeziona a questi ragazzi, che sono in un'età molto particolare, ma molto bella. La Primavera è una categoria affascinante da allenare, che secondo me ti regala basi importanti».

UNA QUESTIONE DI VALORI

«Quelli che viviamo insieme sono i valori che mi hanno guidato durante la carriera, sono le cose in cui credo, fin da piccolo, e quindi per me valgono, quasi più del “credo” calcistico. Stare bene, credere in sé stessi, avere un gruppo di persone pronte a dare tutto, per me e per la squadra, vale più dei discorsi tecnici e tattici. La speranza è che si vada avanti così per tutta la stagione: la soddisfazione più grande sarebbe quella di lasciare ai ragazzi qualcosa per il loro futuro calcistico, e non solo; vogliamo portarli ad approcciare nel modo giusto alle scelte: sfruttare l'occasione quando è il momento giusto, spingere quando è ora. Il calcio è pazzesco: se ti alleni sempre bene, quando hai l'occasione, difficilmente sbagli».

FRA DERBY E YOUTH LEAGUE

«Ci aspetta un periodo difficile, perché abbiamo due blocchi di partite con la sosta di mezzo veramente toste: abbiamo sette partite in venti giorni e poi ne abbiamo nove a seguire. Quindi saremo sempre sotto sforzo e pressione, ci sarà bisogno di tutti, perché noi crediamo fortemente in tutti quanti, quindi avranno la loro occasione e sono convinto che si faranno trovare pronti».

«Il Derby? È inevitabile che questa sia una partita diversa, e la mia difficoltà più grande non è stato nel prepararla a livello tecnico-tattico, anzi, in questi casi bisogna lavorare per tranquillizzare i ragazzi; la difficoltà per me è non far giocare tutti. D’altronde, cerchiamo di fare le scelte migliori in base alla partita, al momento, al calendario degli impegni, allo stato dei ragazzi. La speranza è fare una buona partita e che sia una bella giornata di sport, cosa di cui sono sicuro, conoscendo anche i colleghi del Toro»

«L’Europa è un'esperienza bellissima, affascinante, stimolante: credo che sia qualcosa che arricchisce tantissimo, uscire dall'Italia, confrontarsi con squadre diverse analizzandole, e visitando centri sportivi stupendi. Si ha possibilità di confrontarsi con un'idea di calcio totalmente diversa dalla tua e perché no, apprendere qualcosa».

DAI GRANDI AI GIOVANI

«Io credo che il mio modo di rapportarmi coi ragazzi sia lo stesso che avevo con i giocatori della Prima Squadra nella precedente esperienza. Ovviamente loro hanno 19 anni, una vita totalmente diversa, pressioni e problematiche totalmente diverse, quindi devi riuscire ad analizzare ogni singolo caso in modo differente, mantenendo una linea di coerenza. L’unica cosa che cerco di fare è trattarli “da grandi”, perché è fondamentale, soprattutto nell’ottica della loro crescita, come ragazzi e giocatori»

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