26 dicembre 2020
Giocare a Santo Stefano, come fanno normalmente in Inghilterra, non è una situazione tipica del calcio italiano. Anche se un esperimento, o per meglio dire la ripresa di una consuetudine del passato, è stata fatta due campionati fa. E anche in quel caso, come per tanti altri giorni dell'anno, l'uomo copertina è stato Cristiano Ronaldo.
LA PUNTUALITA' DI CR7
Atalanta-Juventus del 26 dicembre 2018 è una gara dalle forti emozioni. Cristiano Ronaldo, inizialmente in panchina, ha modo di osservare un incontro dall'andamento ben poco lineare. Bianconeri in vantaggio grazie a un autogol di Djimsiti su cross di Alex Sandro. Ma risposta dei bergamaschi assolutamente all'altezza. Dopo il possibile raddoppio di Bentancur, che colpisce la traversa, Zapata rovescia il risultato segnando una rete per tempo. A questo punto Allegri getta nella contesa l'asso e il portoghese non tradisce le aspettative. Trascorrono 13 minuti dal suo ingresso in campo e su un calcio d'angolo CR7 trova lo spunto per la deviazione in porta. Il 2-2, estremamente combattuto, è il punteggio di una bella partita, che non ha nulla da invidiare a quelle che si giocano il 26 dicembre in Premier League.
LA FATICA DEL POST-NATALE
A Torino, la Signora non scende in campo nel giorno di Santo Stefano dal lontano 1971. Una gara sofferta, quella che vede i bianconeri prevalere di misura sul Mantova, un 2-1 che si accompagna giustamente alla valutazione di «fatica» che fornisce Hurrà Juventus per spiegare l'incontro. Sono necessari 65 minuti per riuscire a sbloccare il risultato con Anastasi. E non basta neanche l'immediato 2-0 di Pietro per stare tranquilli. A 9 minuti dal termine Nuti accorcia le distanze per i lombardi, regalando al pubblico del Comunale un finale da brividi e non per ragioni meteorologiche.
UNA JUVE ANNEBBIATA
Tra le tante partite giocate nella storia – complessivamente in campionato sono 8 -, ce n'è una che rappresenta un vero e proprio shock. Il 26 dicembre del 1965 la Juve va a Brescia e si perde nella nebbia subendo un inequivocabile 4-0. Anche dopo molti giorni, Hurrà Juventus non può che parlare di «tonfo» e concordare con l'amara sintesi di fine gara del mister Heriberto Herrera: «Tutto bene per il Brescia e tutto male per la Juve». Il mensile prova in aggiunta ad abbozzare «una spiegazione piuttosto semplicistica e fatalistica: è stata una giornata balorda, in cui tutto andava storto. Basti dire che la Juventus non ha saputo segnare neppure il gol della bandiera, nonostante un rigore, che Menichelli si è visto parare da Geotti due volte: prima sul tiro dagli undici metri e poi ancora su una respinta del medesimo».
L'AMICHEVOLE TRA VIRGOLETTE
Un Santo Stefano a suo modo memorabile è quello del 1962. La Juve affronta gli austriaci del Wiener Sportklub probabilmente per esorcizzare a tre anni di distanza l'amarissima eliminazione patita in Coppa dei Campioni. Dovrebbe essere una gara piacevole, senza tensioni, utile al tecnico Amaral (nella foto con Luis Del Sol) per mettere in campo anche un po' di ragazzi del vivaio e testarne il valore. Ma Hurrà Juventus utilizza il termine amichevole mettendolo rigorosamente tra virgolette. Perché in realtà la gara ha molti momenti di acuto nervosismo, con interruzioni per rissa, espulsione di un giocatore ospite, coinvolgimento degli allenatori. La Juve prevale 2-0, le reti sono di Del Sol su rigore e del giovane Zigoni, lo spirito natalizio va cercato altrove...