Jose Altafini in Juventus-Napoli

Black & White Stories: Juventus-Napoli ’75 e un 2-1 dal sapore Scudetto

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Black & White Stories: Juventus-Napoli ’75 e un 2-1 dal sapore Scudetto
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Black & White Stories: Juventus-Napoli ’75 e un 2-1 dal sapore Scudetto

Il numero 88 nella smorfia napoletana rappresenta i caciocavalli, ma nell’aprile del 1975 in un pomeriggio torinese rimasto nella storia della Serie A è stato anche il minuto in cui José Altafini realizzò il gol Scudetto bianconero proprio contro la sua ex squadra. Uno degli ultimi acuti di un attaccante che ha scritto pagine indelebili nel nostro campionato, dal Milan al Napoli, fino al contestato passaggio alla Juventus e al gol che portò i suoi ex tifosi a definirlo “core ‘ngrato”. Un lupo che aveva perso tanti peli nel corso di una carriera infinita, ma mai il vizio di essere decisivo: talento sfruttato sapientemente dalla Juventus di quegli anni, consapevole di avere a disposizione in panchina un giocatore diverso dagli altri.

José Altafini, uno dei più prolifici cannonieri della Serie A

Il bomber italo-brasiliano, uno dei più prolifici nella storia del nostro calcio, non ha bisogno di presentazioni: realizzatore riuscito nel corso della sua carriera a vincere Scudetto e Coppa dei Campioni da protagonista con il Milan a inizi anni ’60 - segnando addirittura 14 reti in una singola annata della massima competizione europea, con tanto di doppietta in finale contro il Benfica di Eusebio. Nel 1965 poi, dopo dissidi interni alla squadra, Altafini decise di lasciare Milano e scelse Napoli - un gruppo in grande crescita e che puntava alla vittoria del primo storico campionato. L’impresa non riuscì, nonostante l’attaccante non smise mai di fare gol - soprattutto nei big match e nelle partite da dentro o fuori, con i tifosi partenopei che in 224 gare con lui in campo esultarono 89 volte alle sue reti.

Una storia d’amore finita male, non tanto per i risultati raccolti quanto per l’addio non corrisposto - con il Napoli che a 34 anni non voleva continuare a puntare su di lui per ragioni anagrafiche e arrivò a cedere Altafini alla Juventus senza incassare nulla in cambio. Un parametro zero d’altri tempi che i bianconeri riuscirono a sfruttare nel ruolo di riserva alle spalle di Bettega e Anastasi. Un’idea che funzionò, soprattutto il 6 aprile 1975.

Juventus-Napoli 2-1, finita con il più classico dei gol dell'ex

Una primavera dal sapore di Scudetto quella del 1975 per la Juve, come spesso è capitato nei decenni scorsi: i bianconeri primi in classifica chiamati a ospitare il Napoli secondo a due punti di distanza (all’epoca la vittoria valeva due punti e non tre, ndr), con un testa a testa che potenzialmente poteva riaprire i giochi oppure chiuderli definitivamente a cinque giornate dal termine. Una sfida sentita, sofferta, davanti al pubblico del Comunale che riempiva ben oltre la capienza consentita le tribune. Una domenica pomeriggio d’altri tempi, con Causio in gol a dare il vantaggio ai bianconeri e Juliano a firmare quello del pareggio degli ospiti nella prima parte del secondo tempo. Un 1-1 che faceva più comodo alla Juventus - avanti in classifica - e che costrinse il Napoli a cercare il tutto per tutto, provando a mettere in difficoltà i padroni di casa.

E proprio a quel punto arrivò il colpo di scena, la più classica delle vendette servite a tre anni di distanza dal passaggio alla Juventus: ad Altafini bastarono meno di 15 minuti in campo per colpire su una ribattuta dopo una conclusione di Cuccureddu finita sul palo - dimostrando ottimi riflessi nonostante le tante stagioni passate in campo. Un gol che fece la differenza e che permise alla Juventus di vincere lo Scudetto, con tanto di titolo il giorno successivo su “Il Mattino”: “José pugnala il Napoli” - diventato nel giro di pochi istanti un nuovo idolo della storia bianconera.

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