02 giugno 2017
«Vincere mi provocherebbe una gioia immensa, perché non c'è niente di più bello di ricevere un premio dopo averlo voluto, sudato e non c'è niente di più bello di poterlo condividere con i compagni e un gruppo di lavoro che ha fatto di tutto, forse anche più di te, per arrivare a questo punto». Parole da capitano quelle di Gigi Buffon, che infondono carica e che sono un chiaro messaggio anche ai compagni: “Si vince tutti insieme”. Il portiere affronta la conferenza stampa alla vigilia della finale di Champions con la giusta carica, senza ansie, e tratta ogni tema con estrema lucidità
COME SI VIVE LA VIGILIA
«Le vigilie di queste gare sono tutte uguali e ti provocano concentrazione, giusta e moderata paura, rispetto per gli avversari, ma anche grande consapevolezza di ciò che siamo. E questa dev'essere l'arma in più per affrontare la gara nel modo migliore possibile».
EMOZIONI UNICHE
«Le emozioni che proverò io saranno diverse rispetto a qualsiasi ragazzo più giovane o rispetto ad altri che hanno già vinto e che hanno davanti almeno quattro o cinque anni di calcio. Io escludo di avere questa possibilità e quindi sarà una gara speciale per me e intendo affrontarla senza rimpianti. Spero di riuscirci perché siamo un gruppo compatto e fondato sull'altruismo, quindi so che una mia buona prestazione potrebbe aiutare la squadra e questo sarebbe il regalo più grande che potrei fare ai miei compagni».
FIDUCIA
«La fiducia c'è e c'è anche la giusta dose di umiltà, perché giochiamo contro una squadra che ha un feeling particolare con le finali vinte, mentre noi lo abbiamo con quelle perse... Gli estremi però si toccano e da questo punto di vista è perfetto che Juve e Real si affrontino domani, magari per cambiare la storia...Ansia? Quando prende il sopravvento pensi a ciò che sei e quello che sai fare e questo la fa diminuire».
L'IMPORTANZA DI DANI ALVES
«Dani è un esempio per tutti,. A 39 anni non pensavo di avere quasi più nulla da imparare dai compagni. Quest'anno invece, parlando con lui tante volte, ho imparato un sacco: mi ha motivato e fatto piacere, perché persone come Dani, o Messi, o Ronaldo, riescono a vincere spesso e non essere mai sazi. Per farcela però serve l'umiltà di mettersi in discussione e saper apprendere. Quando è stato annunciato il suo ingaggio gli avevo mandato un messaggio chiedendogli di insegnarci a vincere la Champions e lui, essendo estremamente ottimista, mi aveva detto che ce l'avrebbe fatto vedere... È stata una vera rivelazione per me, ma non come calciatore, da quel punto di vista il suo valore si sapeva, ma il “dietro le quinte” è molto più importante e determinante dello spettacolo che vediamo in campo».
IL CONFRONTO CON RONALDO
«Sono paragoni che servono a stimolare le fantasie di tutti e la stampa a scrivere begli articoli. Giochiamo in due ruoli talmente diversi che non può esserci confronto. Io devo difendermi, lui attaccare. Io più che non prendere gol, non posso fare, mentre uno come lui può determinare molto di più l'esito di una partita. Un duello per il Pallone d'Oro? Ritengo gratificante, che se ne parli, ma anche secondario. L'unica cosa che conta per me è cercare di vincere domani, il resto non mi sfiora.Quello con Navas è già un paragone più azzeccato... Lu i ha vinto più Coppe dei Campioni di me e inoltre dal Mondiale 2014 sta facendo cose eccezionali. Si è confermato al Real Madrid e non è facile, perché una buona stagione può capitare, ma a confermarsi ci riescono in pochi».
ZIDANE
«Ha mantenuto il pedigree del vincente anche da allenatore.. Però non sempre ha vinto nella vita e mi auguro che non ci riesca domani perché una sconfitta non rovinerebbe comunque nulla nella sua carriera da allenatore».