24 gennaio 2017
Domenica scorsa il match contro la Lazio, con varianti tattiche importanti e una prestazione corale di alto livello; domani il Milan nei Quarti di Tim Cup e domenica il Sassuolo. Mister Allegri in conferenza stampa presenta la sfida contro i rossoneri, in programma domani alle 20.45 allo Stadium, e assicura: «Ci saranno sicuramente dei cambi rispetto a domenica: abbiamo giocato una partita che ha comportato un dispendio di energie fisiche e mentali molto alto, e domani sera sarà una gara secca da vincere».
Non mutare atteggiamento.
«Non sarà il modulo a cambiare l'atteggiamento: domenica ho tolto un centrocampista e ho messo un attaccante in più come Manduzkic, un giocatore che ha qualità per fare tutto, anche a metà campo. Questo ci ha dato la possibilità di alzare la palla, considerato che noi con la palla alta avevamo un pochino più di difficoltà. Questo non vuol dire che si debba giocare sempre col quel sistema di gioco e con quegli uomini, è l'atteggiamento quello che conta: l'obiettivo che dobbiamo avere è che per arrivare a giocare partite in Champions alla pari con gli altri bisogna migliorare sul piano della qualità del gioco ed essere un pochino più spregiudicati. Non bisogna solo guardare al campionato, che è un errore che forse abbiamo fatto nelle prime partite, pensando che con la gestione avremmo potuto portare a casa la vittoria. Abbiamo perso quattro partite, tutte in trasferta, ma questo ci ha fatto bene. Abbiamo capito che bisogna pedalare e soprattutto alzare l'asticella della qualità del gioco per poter arrivare fino in fondo, altrimenti rischiamo di fare una stagione in cui ci “accontentiamo”. Per arrivare fino alla fine non basta il minimo, bisogna fare sempre il massimo, anzi... Pure qualcosa di più».
La continuità.
«I ragazzi hanno dato una grande risposta, giocando da squadra. Il nostro obiettivo è continuare così, ma la fame e la cattiveria che dobbiamo avere dovremo averla sia nella fase difensiva, sia nella fase offensiva. Su questo dobbiamo ancora lavorare, per migliorare la velocità nel passaggio e la qualità del gioco. Considerato che la squadra ha qualità, dovremo metterla in pratica e migliorarla ulteriormente per affrontare questi ultimi quattro mesi della stagione nel migliore dei modi. Ora innanzitutto abbiamo la Coppa Italia, poi ci ributtiamo nel campionato, e dopo avremo la Champions, dove ci dobbiamo fare trovare pronti».
Fame e qualità, anche per la Champions.
«Non confondiamo la fase difensiva e l'atteggiamento con la qualità del gioco: sono due cose che vanno di pari passo, perché non vinci le partite se giochi solo di qualità e non le vinci solo se stai lì a difendere e giochi solo di rabbia. Se c'è rabbia, concentrazione e attenzione, devi averla in tutte le fasi, anche nella fase di finalizzazione. Per arrivare a vincere bisogna fare entrambe le fasi: in Champions l'asticella si alza. Già nei gironi c'era qualità, e basta vedere cosa sta facendo il Siviglia, che è secondo in campionato, ma più vai avanti e più si alza il livello dei giocatori, che ti fanno passare la palla in trenta centimetri. Quindi noi dovremo essere bravi a farla passare in venticinque, perché altrimenti le partite non le vinci: in Champions le partite non le gestisci».
Attenzione al Milan.
«Contro i rossoneri non parlerei di “vendetta”, ma di una partita di calcio molto importante. Sarà una sfida secca, da dentro o fuori, che potrebbe essere decisa dagli episodi: ci vorrà grande equilibrio e grande testa. Il Milan sta giocando molto bene, ha giocatori di qualità che in campo aperto ti possono fare male. Da una parte Suso, dall'altra Bonaventura, sono giocatori che hanno tecnica, hanno corsa, hanno tiro e assist. A metà campo è una squadra equilibrata, Locatelli sta crescendo molto bene e gioca da veterano; Kucka è un giocatore fisico; Paletta e Romagnoli sono cresciuti molto. Sabato hanno fatto un'ottima partita contro il Napoli, al di là del risultato. Bisognerà prendere questa partita molto sul serio, perché è un Quarto che dovremo giocare già come se fosse una finale. Abbiamo l'obiettivo di vincere la terza Coppa Italia consecutiva, cosa che nessuna squadra in Italia è mai riuscita a fare: questo deve essere per noi uno stimolo importante e un grande obiettivo!»
L'equilibrio è fondamentale.
«La Juventus non deve vivere di reazioni: la Juve deve vivere di equilibrio. Non è che dopo Firenze la squadra fosse “da buttare”, e prima di Firenze fosse perfetta così, assolutamente no. I valori della squadra non si perdono né si acquisiscono in una settimana: il valore della squadra è quella, poi è fisiologico a volte inciampare, trovare avversari che si dimostrano più bravi in quel momento lì. Il campionato, però, è lungo e alla lunga vince il più forte. Se alla fine saremo i più forti, saremo sicuramente in testa alla classifica. La forza di una squadra è l'equilibrio: ripeto che non dobbiamo né esaltarci quando vinciamo, né abbatterci quando perdiamo. Domenica abbiamo offerto una buona reazione, ma la Juve era comunque in testa alla classifica, perché aveva vinto cinque partite, con una partita in meno, quindi non é che la vittoria di domenica sia stata clamorosa. Certo, è stata una bella partita, giocata bene tecnicamente e vinta da squadra: questo è quello che devono fare i ragazzi».
Le scelte difensive.
«Barzagli terzino destro e Rugani titolare? Devo vedere come ha recuperato Chiellini dalla partita di domenica. Sicuramente Bonucci ha bisogno di giocare, perché è stato fermo due mesi. Poi bisognerà vedere come sta Lichtsteiner. Comunque sia, chi scenderà in campo sarà pronto e sarà nelle migliori condizioni, perché la partita potrebbe durare anche 120 minuti».
La posizione di Miralem.
«Pjanic ha giocato le ultime partite da “finto” trequartista, perché si abbassava spesso vicino al mediano, la differenza è che partiva da più avanti e poi si abbassava. Questa è anche una sua caratteristica: che parta da lì, o che ci arrivi, questa è sempre la sua posizione».
Higuain e Dybala?
«Devo ancora decidere su Higuain, dipenderà dall'assetto che schiererò, tenendo sempre in considerazione che c'è anche la possibilità di arrivare ai supplementari. Dybala ha alternato cose belle, come lo splendido gol di domenica, simile a quello fatto con l'Atalanta, a qualche errore sotto porta che è normale possa capitare a un'attaccante. Paulo sta crescendo, dal punto di vista atletico e soprattutto tecnico, quindi discutere Dybala non avrebbe senso».
Difficile vedere in campo il Principino.
«Marchisio difficilmente sarà della partita perché fino a ieri non si è allenato con la squadra, facendo differenziato, ma si tratta di una cosa normale. Da quando è rientrato, le cose sono andate per il meglio ma era prevedibile che ci potessero essere dei momenti in cui potesse avere un pochino in più di difficoltà, non tanto per il ginocchio quanto a livello muscolare. Lo stiamo monitorando, ieri comunque ha fatto un buon lavoro, seppure non insieme alla squadra».
Marko, il predestinato.
«Pjaca difficilmente partirà dall'inizio. Secondo me è un predestinato: negli spezzoni di gara che ha fatto, si è sempre creato delle situazioni importanti. Quando un giocatore in pochi minuti ha sempre una palla gol o fa sempre qualcosa di importante, è normale che sia destinato a crescere e a fare una grande carriera. Arriva da un campionato meno competitivo di quello italiano, e deve ancora crescere».
Le condizioni di Lemina, tornato infortunato dalla Coppa d'Africa.
«Al momento non ci sono aggiornamenti su Mario: sembra non sia niente di particolare ma è normale che in questo momento qui sia ancora fuori dalla squadra».