24 novembre 2015
I ‘rumorosi vicini’, come vengono chiamati i Citizens dai tifosi dei Reds, tennero fede al proprio soprannome quando nel luglio 2009 Carlitos Tevez – pochi giorni dopo una finale di Champions persa a Roma, contro il Barcellona – venne ufficializzato dalla dirigenza del ManCity.
L’anno prima l’Abu Dhabi United Group aveva acquistato il club, e quello che fino a poco tempo prima si pensava fosse impensabile – e cioè che un giocatore dello United passasse al City – divenne realtà. Nel dicembre 2009, quindi, Hughes venne sollevato dall’incarico di allenatore dei Citizens e Roberto Mancini diventò il nuovo mister di Carlitos Tevez, uomo capace di segnare letteralmente da ogni posizione del campo, con il suo potente destro e la sua formidabile forza fisica.
Fu così, e anche di testa, che nel gennaio l'Apache 2010 ne rifilò due alla sua ex-squadra, segnando una doppietta in Carling Cup festeggiata con le mani dietro le orecchie e con le mani chiuse a mo' di papera, quasi a dire "Too much talk".
Già perchè per lui, nei quattro anni passati a Manchester, sponda City, ha sempre parlato il campo, e nello specifico lo hanno fatto queste statistiche.
Insieme a Mancini, che gli affidò la fascia di capitano a partire dalla stagione successiva, vinse l’FA Cup nel 2011, la Community Shield ma soprattutto un incredibile scudetto sul filo di lana, nel 2012, strappando letteralmente il titolo di Campioni di Premier League dalle mani dei rivali cittadini, che avevano vinto 1-0 contro il Sunderland e a fine match guardavano speranzosi i megaschermi in attesa di notizie di City-QPR (squadra già retrocessa).
Molti tifosi azzurri avevano già lasciato lo stadio in lacrime, con la propria squadra sotto di due gol, dopo che il vantaggio di Zabaleta era stato prima annullato da Djibril Cissè, quindi drammaticamente vanificato da Jamie Mackie, il quale aveva riportato i londinesi nuovamente avanti. Contro ogni pronostico. Ma ecco che nel secondo minuto di recupero Dzejo pareggiava, e all’ultimo istante di gioco Sergio Aguero segnava il gol che faceva esplodere il delirio totale all’Eithad Stadium.
In quella partita Tevez rimase in campo per 75’, prima di venire sostituito da Balotelli: il crepuscolo di una stagione che lo aveva visto relegato per sei mesi ai margini del progetto tecnico dopo un diverbio in Champions League con l’allenatore. Una delle più difficili della sua carriera.
L'anno successivo fu il suo ultimo in Inghilterra.
Proprio contro il Liverpool, Sergio Aguero, connazionale di Carlitos ed eroe dello scudetto 2012, ha messo a segno l'85° gol in Premier League, scavalcando Tevez (84) e diventando il calciatore sudamericano con più reti nella storia della massima lega inglese.**
La storia dell'Apache alla Juve è nota, fin da quel 26 giugno 2013 quando questo stesso sito annunciava: “Carlos Tevez è un giocatore della Juventus”. Nella sede di Corso Galileo Ferraris l’Apache si presentò al mondo per la prima volta con quella maglia bianconera che avrebbe onorato #FinoAllaFine, e #FinoAllaFinale di Champions. Quella che sarebbe stata la sua ultima partita con la Signora.
Due anni alla Juve per quattro trofei (due scudetti, una Coppa Italia ed una Supercoppa italiana) contro quattro anni al City per tre coppe, il bilancio complessivo del fuoriclasse argentino con le due casacche.
Che possiamo vedere ancora più nel dettaglio grazie a questi dati:
Percorso inverso invece per Patrick Vieira, l’altro grande ex in comune tra le due squadre che dal 1 gennaio sarà tecnico del New York City Football Club, la squadra in cui milita Andrea Pirlo.
Il gigante francese vinse uno scudetto agli ordini di Fabio Capello nella sua unica stagione bianconera, prima di passare all’Inter e da lì al Manchester City, squadra con cui ha chiuso la sua carriera di giocatore di calcio conquistando con Tevez una Premier League e guidando, successivamente le giovanili dei Citizens, al centro del progetto tecnico fin dal giorno del suo ritiro.
L’ultimo incrocio tra lui e la Juve (almeno fino a domani) è stata la gara di Youth League di Manchester, quando i suoi ragazzi hanno avuto la meglio su quelli allenati da un altro campione del mondo, Fabio Grosso.
Dopo Vieira è Valeri Bojinov a vestire prima la maglia bianconera che quella dei Citizens. l'attaccante bulgare rimane a Torino nella stagione 2006/07, quella vissuta in serie B e colleziona 18 presenze e cinque reti, prima di trasferirsi, per due anni, proprio a Manchester, dove non riesce però a imporsi e colleziona appena 11 presenze condite da una rete.
Ci sono sia Manchester City (per tre stagioni) che Juventus (per sei mesi), infine, nel curriculum del giramondo francese Nicolas Anelka, capocannoniere di squadra durante il suo periodo in Inghilterra ma a secco di reti (appena tre le presenze) sotto la Mole.